I nuovi GRI Standards – sviluppati dal gruppo di esperti de Global Sustainability Standards Board – sono stati ufficialmente lanciati il 19 ottobre. Si tratta dei principali standard di riferimento globali per il sustainability reporting, rendicontazione della performance di sostenibilità di un’organizzazione/impresa.
La Global Reporting Initiative (GRI) è un’organizzazione nata proprio con l’obiettivo di aiutare sia il pubblico che il privato a comprendere, misurare e comunicare l’impatto che una qualsiasi attività possa avere sulle varie dimensioni della sostenibilità (economica, ambientale e sociale) e i loro aspetti più disparati.
“Gli standard GRI facilitano il processo di reporting delle imprese in merito alle informazioni non finanziarie, usando un linguaggio comprensibile e condiviso” afferma Eric Hespenheide CEO del GRI “Gli standard GRI sono sempre più chiari, e permettono di essere potenzialmente accessibili da milioni di imprese a livello mondiale. Il reporting di sostenibilità, realizzato adottando gli standard GRI, è la migliore strada per un’impresa di mostrare i suoi impatti economici, sociali e ambientali, mettendo in evidenza il suo contributo, positvo o negativo, verso lo sviluppo sostenibile.”
Dopo un processo lungo e articolato le vecchie linee guida (GRI G4 Guidelines) sono state riformulate e aggiornate dando vita ai nuovi GRI Sustainability Reporting Standards (GRI Standards). I GRI Standards rappresentano, dunque, l’ultima evoluzione e la versione più aggiornata degli originali parametri sviluppati dall’organizzazione.
Il contenuto delle linee guida è stato ristrutturato in un sistema modulare e interconnesso di standard. Questo permetterà di aggiornarli e di poterne aggiungere di nuovi senza interferire con il sistema generale. Questa flessibilità darà modo di adattare con maggiore facilità gli standard alle diverse necessità, contesti e sviluppi nel settore del sustainability reporting.
Nello specifico, il sistema distingue tra tre standard universali e tre serie di standard specifici per le tre dimensioni fondamentali della sostenibilità.
Il punto di partenza è il GRI 101 (Foundation), il quale permette di inquadrare e spiegare come viene usato e regolato il set di parametri, introduce i 10 principi fondamentali degli stessi e spiega come preparare un rapporto in linea con questi. Applicando i principi e le linee guida del GRI 101 è quindi possibile identificare gli specifici aspetti della propria attività che hanno impatti più significativi – positivamente e negativamente – sugli stakeholder (comunità locali, dipendenti, ambiente, consumatori, ecc.). In questo modo è possibile poi individuare e applicare gli standard ad hoc, scegliendoli fra quelli elencati nelle serie di standard specifici per settore.
Parallelamente vanno applicati anche gli altri due standard universali:
– GRI 102 (General Disclosures), che serve a riportare informazioni di contesto relative all’organizzazione e le sue pratiche di rendicontazione;
– GRI 103 (Management Approach), il quale, invece, è utile per spiegare la gestione di quegli aspetti della propria attività che hanno un impatto più importante sugli stakeholder.
Ogni standard ha una struttura simile, distinguendo tra “Reporting requirements”, “Recommendations” e “Guidance” per facilitare la comprensione di cosa mettere a bilancio e come farlo.
I GRI Standards, dunque, rappresentano una novità importante e il futuro del sustainability reporting. L’applicazione degli standard è senza dubbio una best practice, ma soprattutto permette di sviluppare una lingua comune per parlare e riflettere di rendicontazione di sostenibilità. La diffusione di parametri comuni di valutazione, misurazione e rendicontazione di performance e impatti diventa ancora più significativa se calati nel contesto dell’Agenda 2030, un sistema ampio e complesso dove tutti sono chiamati a contribuire per il raggiungimento degli obiettivi.
(Fonte – ASVIS, autore Matteo Mancini)