Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e la Legge di Bilancio: quali sfide per lo sviluppo sostenibile? Trentino Green Network ha partecipato all’evento di ASviS il 9 marzo e fa il punto in questo articolo.
L’iniziativa dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) si è svolta in diretta streaming e con la straordinaria partecipazione di 21 mila persone con l’obiettivo di presentare il Rapporto “Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, la legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”.
L’incontro, condotto dal presidente ASviS Pierluigi Stefanini, ha visto la partecipazione di personalità di spicco del mondo politico nazionale ed europeo per un confronto sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sulla Legge di Bilancio e sull’aggiornamento degli indicatori compositi che monitorano la situazione europea rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
A introdurre l’evento è stato Roberto Fico, Presidente della Camera dei deputati, che ha sottolineato come nell’attuale governo lo sviluppo sostenibile abbia assunto una rilevanza centrale fin dal suo insediamento e come l’Agenda 2030 rappresenti un’occasione irripetibile per rilanciare un nuovo modello di sviluppo.
La transizione verso un modello sostenibile è l’unica via per garantire un benessere durevole ed equo alle prossime generazioni. Dobbiamo pertanto riconvertire il nostro sistema industriale e ricorrere a fonti di energia pulita e a basso costo. Passare da un’economia lineare a un’economia circolare, che massimizzi l’utilizzo delle risorse esistenti, riducendo contemporaneamente la dipendenza dalle nuove materie prime e diminuendo gli sprechi.
La parola passa a Pierluigi Stefanini, che presenta una sintesi del rapporto ASviS sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) partendo con un’analisi circa la posizione europea rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030. Si tratta di una situazione “di luci e ombre”, con miglioramenti in alcuni Goal importanti come la salute, l’istruzione e l’energia e peggioramenti nelle disuguaglianze, ecosistemi terrestri e cooperazione; chiarendo come però sussistano ampie differenze tra i diversi Paesi, in particolare per i Goal 3 (salute), 4 (istruzione) e 10 (disuguaglianze)[1]. Per quanto concerne il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Presidente evidenzia alcuni interventi e strumenti che dovrebbero essere centrali:
- un’integrazione in merito alle riforme necessarie e un allineamento con i nuovi target climatici europei
- lo sviluppo della giusta transizione
- il Piano per la Garanzia Giovani
- l’Agenda europea delle competenze e lo sviluppo di temi fondamentali come la biodiversità
- l’adattamento ai cambiamenti climatici
- la riduzione dell’inquinamento.
Fondamentale è, infine, il raggiungimento di un adeguato livello di coerenza del Piano con i 6 pilastri europei (transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione).
Roberto Cingolani, Ministro della transizione ecologica, definisce la transizione da affrontare come “glocal” in quanto si tratta di un percorso da un punto A, locale, ad un punto B, globale e la vera difficoltà è stabilire come arrivare B.
E’ responsabilità del governo sviluppare un complesso di progetti utili per mettere in sicurezza quello che c’è da salvaguardare, potenziare le eccellenze, creare delle opportunità per le filiere industriali nazionali e ridurre differenze che sono un grande problema del nostro Paese da Nord e Sud.
Il Ministro conclude affermando come il vero impatto della transizione ecologica sarà un cambiamento di tipo culturale, che deve partire dalla consapevolezza delle problematiche, che possono essere superate solo attraverso una compartecipazione alle decisioni.
Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e famiglia, affronta il tema della parità di genere mostrando un quadro italiano fragile e caratterizzato dalle disuguaglianze. Si tratta di elementi che hanno messo l’Italia nelle condizioni di non poter reggere all’urto della crisi pandemica, senza quella resilienza necessaria alla riattivazione in direzione di uno sviluppo sostenibile che non può eludere l’empowerment femminile per realizzarsi.
La parità di genere non è semplicemente uno degli elementi di investimento, ma è una scelta di metodo che strutturalmente, integralmente e in modo trasversale deve abitare la redazione non solo del nuovo Piano, ma l’impostazione del nostro vivere sociale.
La Ministra conclude evidenziando delle misure-chiave: fiscalità agevolate, decontribuzione del lavoro femminile, investimenti nella nuova professionalità femminile, imprenditorialità femminile, formazione alle competenze digitali per le donne nel corso della carriera lavorativa partendo dalle giovani generazioni, premialità per le aziende che promuovono leadership e inclusione femminile e un nuovo modello di lavoro integrato e armonizzato nel quale lavoro e famiglia non siano elementi antitetici per le scelte né delle donne né degli gli uomini.
A seguire Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, sottolinea le priorità da affrontare: le reti a banda larga e l’accesso; l’unificazione delle piattaforme della pubblica amministrazione perché sia più connessa ai cittadini; la digitalizzazione del sistema sanitario e garantire un’assistenza remota efficiente per tutti; l’istruzione e la ricerca investendo in competenze tecniche e tecnologiche e favorendo l’applicazione e sperimentazione dell’innovazione; la Cyber Security per proteggere i cittadini. Una transizione digitale che, per realizzarsi, deve necessariamente guardare alle nuove generazioni.
Infine, Irene Tinagli, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari, sottolinea l’impegno europeo nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e come la sostenibilità sia diventata il nuovo punto di riferimento per gli investimenti privati e pubblici. Il Parlamento ha approvato un nuovo strumento: la tassonomia come insieme di regole per definire le attività economiche sostenibili e orientare gli investimenti verdi.
In conclusione, l’evento è stato uno spazio prezioso per un dialogo proficuo che evidenzia come fare rete, con un coinvolgimento sociale multilivello, sia fondamentale per implementare politiche di largo respiro che permettano di ragionare a lungo termine e a portare effetti sulle scelte e le azioni che il governo e l’Unione devono mettere in campo. In questo ASviS si pone con il ruolo di “sentinella”, di strumento di collaborazione per perseguire quella “amicizia sociale” citata da Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”.
Per guardare l’incontro
[1] Tali valutazioni non tengono conto dell’impatto della crisi Covid, ASviS si assume l’impegno di proseguire nelle valutazioni.